Il 13 agosto Lisa, Ilaria, Lorenza e Fabio, quattro studenti universitari italiani, sono partiti alla volta di Marsiglia per partecipare al “2010 Youth Summer Camp on Biodiversity” insieme ad altri 49 giovani europei. Qui di seguito il resoconto e le foto della loro esperienza.
Partiti da Roma, con tante aspettative su ciò che ci avrebbe atteso in territorio straniero, siamo arrivati a Marsiglia. Al nostro arrivo, il clima in aeroporto era alquanto mutevole: caldo fra i ragazzi che si conoscevano dalle passate esperienze Ypssi*, fra cui parte del team italiano, francese, spagnolo e lituano, e freddo per coloro i quali si erano or ora incontrati, bulgari, ungheresi, estoni, rumeni e noi quattro italiani partecipanti al “Youth Summer Camp on Biodiversity”.
I primi giorni, trascorsi presso ‘Saint Marcellin lès Vaison’, una piccola cittadina provenzale, sono stati utili per conoscere gli altri 49 partecipanti al campeggio estivo e ci hanno permesso di presentare, nella piccola piazzetta locale, i rispettivi progetti nazionali.
Questo festival poneva all’attenzione dei partecipanti al Summer Camp e del pubblico il concetto di biodiversità. Invitati a raccontare la loro idea di biodiversità, i giovani provenienti da Spagna, Romania e Lituania hanno colto l’occasione di presentare progetti già in essere nel loro territorio volti a promuovere il rispetto della natura ed una razionale gestione dei rifiuti urbani e industriali. I giovani provenienti da Italia, Ungheria e Bulgaria hanno invece coinvolto il pubblico mettendolo alla prova con attività laboratoriali. Noi italiani abbiamo cercato di incuriosire e di far conoscere agli intervenuti la biodiversità marina e terrestre dell’Italia attraverso attività creative centrate sulla variabilità genetica e la selezione naturale e un momento ludico dedicato alla scoperta della geografia delle diverse forme di vita nel nostro Paese.
Il festival proponeva anche altri momenti formativi sul tema della diversità delle forme viventi dedicati ai visitatori e gestiti dagli animatori scientifici dell’associazione francese organizzatrice. Di questi momenti abbiamo apprezzato la capacità degli animatori di proporre forme di comunicazione scientifica originali, alternative e soprattutto semplici, non tanto per i contenuti, ma per i materiali di riciclo utilizzati.
La seconda fase del Summer Camp si è svolta a ‘Le Cheylard’, una località situata nel dipartimento dell'Ardèche nella regione del Rodano-Alpi. Qui i partecipanti al campo sono stati coinvolti in maniera ben più attiva e collaborativa. Sin dall’arrivo abbiamo ricevuto un’accoglienza cordiale e festosa da parte degli organizzatori e della natura dagli splendidi colori che ci ospitava.
Durante la settimana a ‘Le Cheylard’ i ragazzi e le ragazze partecipanti al Summer Camp sono stati invitati ad organizzarsi in team internazionali e a cooperare con l’obiettivo di proporre al grande pubblico un tema scientifico. È stata proprio questa fase collaborativa che ha messo in evidenza i problemi di una squadra appena formata: una distanza culturale molto ampia che non sempre ha consentito di trovare un punto di incontro a cui si è sommata la presenza di alcune persone non troppo motivate. Sebbene tra alcune difficoltà, la parola che ha accomunato tutti i gruppi internazionali è stata “compromesso”. Questo si è tradotto nella ricerca di un tema che potesse interessare tutti i componenti del team, diversi per formazione scolastica, e che potesse attrarre e coinvolgere un pubblico eterogeneo.
L’organizzazione francese è stata molto disponibile nel supportarci. Si è adoperata per mettere a disposizione dei diversi team tutti i materiali necessari a realizzare i progetti. E ha predisposto una rete internet wi-fi all’interno del campeggio, cosa che ha stupito tutti noi campeggiatori. Ci siamo trovati in mezzo alla natura con computer e internet disponibili 24 ore su 24!
Le esperienze splendide che abbiamo condiviso con ragazzi di tutta Europa, tra cui l’ascesa al Mont Ventoux, le escursioni in kajak e le numerose visite alla scoperta della flora e dellafauna locali, ci hanno entusiasmato ed interessato e hanno fatto scoprire ad alcuni di noi fino a che punto la natura può produrre cose meravigliose. Nonostante questo arricchimento personale, l’organizzazione del festival ci ha deluso dal punto di vista della visibilità offerta ai nostri progetti: il periodo (nel bel mezzo di agosto) e la location, lontana dai grandi circuiti turistici, non hanno consentito la presenza di un vasto pubblico. Se i nostri progetti non hanno avuto la visibilità prospettata, abbiamo però, per le stesse ragioni, potuto approfondire la conoscenza tra noi partecipanti.
Lisa Zoli
Ilaria Santeramo
Lorenza Bacci
Fabio Casali
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