Siamo europei, studenti di scuole superiori o università, giovani lavoratori, giovani disoccupati, giovani con scarse opportunità. Vorremmo essere più rappresentativi possibile della gioventù europea.
Lo scorso anno in trecento, appartenenti a ventiquattro Paesi europei, abbiamo partecipato al più grande progetto di democrazia partecipativa che sia mai stato realizzato tra giovani e insieme abbiamo elaborato un documento, costituito da un preambolo e ventisei suggerimenti, in cui abbiamo manifestato al Parlamento Europeo i nostri interessi, i nostri bisogni e le nostre aspettative in relazione alla società europea della conoscenza che si va strutturando.
In agosto ci siamo nuovamente riuniti con il proposito di individuare obiettivi comuni per un possibile prossimo futuro dell’Europa. Per farlo abbiamo immaginato l’Europa nel futuro, abbiamo immaginato l’Europa nel 2015 domandandoci: in quale società vorremmo vivere? Basata su quali principi? Abbiamo individuato quattro categorie sulle quali innestare le nostre discussioni: diritti, educazione, scienza ed economia. Aspetti che contribuiscono in maniera primaria al progresso delle società.
Confrontandoci su più aspetti della vita di tutti i giorni e del futuro che vorremmo per l’Europa, sono emerse diverse aspirazioni comuni - che ci legano - e abbiamo definito i metodi e gli strumenti per poterle realizzare assieme.
La parola scienza è entrata spesso nel nostro vocabolario: essa sicuramente presuppone un interesse per la ricerca scientifica, ma, intesa in senso più ampio, è soprattutto un metodo. Uno degli scopi del nostro lavoro è avvicinare le persone ad un uso del metodo scientifico al fine di sradicare la paura, la superstizione, la xenofobia e il timore del cambiamento all’interno della società.
La conoscenza per noi avvolge tutti gli ambiti del sapere. Comprende ricerca scientifica ed innovazione, ma ha anche una dimensione culturale, sociale, politica, democratica e umana: un bravo medico non è solo il laureato in medicina che per ogni malattia conosce il migliore rimedio. È anche colui che, attraverso la propria umanità e sensibilità, conosce la sofferenza del paziente e la sa comprendere.
Oggi molti si sentono cittadini del proprio Paese, ma quanti si sentono cittadini d’Europa? Le nostre energie sono volte anche ad accrescere il sentimento di appartenenza a quella entità che chiamiamo Unione Europea, perché ad oggi il gap tra gli Stati membri della Comunità è ancora percepibile. A questo scopo crediamo sia essenziale promuovere attività che incoraggino un’attiva cittadinanza e un consapevole coinvolgimento nei processi decisionali con l’obiettivo di accrescere conoscenza reciproca e unità, nel rispetto delle diversità che ci caratterizzano.
Pensiamo non si possa prescindere da una riforma del sistema educativo e scolastico. Ci attendiamo che la scuola promuova maggiormente il pensiero critico, l’approfondimento, la comprensione dell’attualità, conoscenze pratiche e programmi orientati ad una prospettiva europea e mondiale. In sintesi, un modo nuovo di pensare e di relazionarsi con la società.
Per tutte queste ragioni ci siamo proposti di dialogare con istituzioni, comunità scientifiche e cittadini a livello locale, nazionale ed europeo. Di avvalerci della collaborazione di esperti e altre organizzazioni con valori affini ai nostri. Di organizzare nei mesi a venire workshop, seminari, conferenze, festival, scambi internazionali e di promuovere questa piattaforma attraverso website, blog, magazine online e gruppi su facebook.
Nel nostro agire vorremmo essere moltiplicatori di esperienze. Per fare cose grandi e di spessore - ed essere allo stesso tempo il più possibile rappresentativi dell’Europa - vorremmo coinvolgere il maggior numero di giovani tra i 15 e i 30 anni e insieme formarci e discutere i nostri sentimenti, i nostri desideri, le nostre prospettive e plasmare così il nostro comune futuro.
Chiara, Laura, Matteo, Ilaria & Lorenzo
mercoledì 25 novembre 2009
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